Nella visione artistica di Andrea il cibo travalica il limite fisico del piatto per assumere valori culturali, etici ed estetici. Le forme espressive derivanti da questa idea sono opere d’arte che occupano la tavola creando con il momento conviviale del pasto un tempo dilatato dove l’alimentazione fisica coincide con quella intellettuale. È in questo spazio, geografico e temporale, che si inserisce puntuale la cucina di Paolo Lopriore. Attraverso gli oggetti creati dall’artista, Paolo è riuscito a dare sostanza e forma alla sua intenzione di definire il gusto italiano come indissolubile e libera relazione tra elaborazione del cibo e contesto storico-culturale di riferimento.
Gli oggetti creati da Andrea permettono al cuoco di spostare il fulcro energetico della ristorazione dalla cucina alla sala. In questo modo la tavola diventa il baricentro dello scambio gastronomico tra chi cucina e chi mangia. Tale equilibrio ruota intorno a una nuova forma di libertà. Ognuno dei commensali, seguendo il proprio gusto, potrà declinare il pasto scegliendo le possibili strade suggerite dal cuoco. Tale approccio veicola una relazione con gli alimenti più complessa. Il cibo riprende il suo valore primigenio e la materia prima ritorna al centro dell’attenzione. Liberandosi dallo spazio limitato imposto dal piatto, i tagli che nel tempo si sono persi riacquistano un vestito nuovo. Auguriamo a tutti coloro che utilizzeranno questi oggetti una creatività meno codificata e più libera