Andrea Salvetti con Damiano Donati – 27 novembre 2014 al Ristorante Il Punto di Lucca
Cosa succede quando s’incontrano la semplicità dell’arte culinaria con la naturalità delle materie prime? Abbiamo immaginato un cammino breve, assolutamente diretto che non lascia spazio a disattenzioni per un’esperienza di natura unicamente arcaica e primordiale. Lontano da qualsiasi elemento di scena o convenienze abbiamo lasciato in campo esclusivamente l’istinto animale che ci fa godere dell’essenza dell’alimento nudo.
L’invitato è stato provvisto di una busta, delle posate, un tovagliolo, un bavagliolo e di un testo scritto. Una mangiatoia in legno, realizzata per l’occasione lunga circa nove metri ha accolto i commensali che hanno mangiato vicini gli uni agli altri, dato l’approccio metaforico dell’atto e la poca profondità della tavola bestiale. Damiano, lo chef, ha cucinato quattro portate servite nel canale della tavola, dove sono stati consumati senza la classica ripartizione delle portate; peculiarità che ci avvicina ancora una volta all’idea di un naturale impulso animalesco per giungere fino a un gusto pulito, spogliato di sovrastrutture. Si è bevuto il vino succhiando da un sistema di tubetti morbidi e trasparenti che scendono dall’alto (Chi ce lo dona l’onnipotente?) il flusso liquido di vino bianco è sfumato poi in quello rosso.
Un’esperienza in cui l’approccio col cibo è stato davvero trascendentale ma si è rivelato anche una sperimentazione artistica che si è risolta con la firma dell’artista sul bavagliolo sporco degli invitati, una sorta di deposizione su tela per concludere la più bestiale delle performance.